Elisabetta La Rosa

Messaggi subliminali: manifestazioni dell’inconscio

L’essere umano agisce spesso assecondando desideri e pulsioni inconsce che si manifestano tramite pensieri e azioni, ed è ciò che emerge dalla serie “Visioni” di Federica Scoppa, come d’altronde accade spesso nel lavoro artistico. Nella storia dell’arte si è iniziato a comprendere con l’avvento del Surrealismo ciò che Salvador Dalì definiva “l’agitarsi dell’inconscio”.
Le opere della serie Visioni di Federica Scoppa fanno eco al pensiero di Dalì distaccandosene, però, nella finalità che l’artista vuole perseguire. Scoppa lascia fluire il suo inconscio sulla tela, le forme e i colori si espandono e si modulano dando corpo e anima al suo mondo interiore e definendo il suo personale linguaggio artistico. Nascoste fra le conformazioni allungate delle Visioni proposte dall’artista, emergono le forme espressive della potenza del desiderio. Tutto ciò, però, viene presentato in modo implicito ma allo stesso tempo intrigante e avvolgente.
Nelle Visioni di Scoppa emerge il richiamo a quell’ “Automatismo psichico” che consente di esprimere “il funzionamento reale del pensiero” privo “di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di là di ogni preoccupazione estetica e morale.”
Fondamentale per il Surrealismo è il pensiero di Sigmund Freud, che intendeva la pulsione come quel processo inconscio che condiziona la condotta umana e conduce all’automatismo psichico. Le pulsioni che animano le forme proposte da Federica Scoppa non richiamano una sessualità prorompente ma, accompagnata dalle sue straordinarie suggestioni sulla vita e sulle problematiche della società odierna, estrapolano una sensualità priva di malizia frutto di quell’agitarsi dell’inconscio che emerge insinuandosi fra le fluide pennellate nell’anima dell’artista.
I messaggi subliminali celati tra le Visioni di Scoppa richiamano le riflessioni di André Breton circa il ricorso all’inconscio, al sogno, all’esperienza dell’infanzia, come derivati dall’esigenza di rianimare le forze dell’immaginazione e “l’appetito del meraviglioso” : sulla tela si intrecciano le trame del suo inconscio per accompagnare lo spettatore in un viaggio fra i meandri di un mondo onirico dove le pulsioni, sfuggendo al controllo della ragione, possono fluire libere.
Seguendo l’estremizzazione di Dalì circa il fenomeno dell’emergere e dell’imporsi di ossessioni incontrollate di un’immagine che, richiamando le evidenze della realtà, prende il posto della realtà stessa , Scoppa propone un’arte versatile, che ognuno è libero di guardare secondo il proprio sentire. Proprio perché guidato da pulsioni, l’animo umano può lasciarsi andare alle straordinarie Visioni inconsce della mente che Scoppa traghetta sulla tela.

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