Laura Panetti
La ciclicità del tempo-mondo
Il cerchio che da vita ai tanti Worlds mondi dipinti su vetro da Federica Scoppa richiama nella sua chiusa perfezione all’idea della ciclicità, il ritmato fluire del tempo che si perpetua e, contemporaneamente, si rigenera dando vita a qualcosa di sempre nuovo e irripetibile. Lo stesso richiamo alla riproduzione ciclica lo ritroviamo nel simbolo dell’Uroboro, il serpente che mordendosi la coda va a formare proprio un cerchio così da rigenerarsi continuamente. Scoppa parte dunque da questo principio-forma, il nitido cerchio che campeggia sulle lastre di vetro, per affidare alle vivaci e nervose campiture di colore il racconto della potenza generativa di mondi, Worlds appunto, che sta nella ciclicità della vita.
Ritroviamo nelle sue opere una visione particolare del mondo che circonda l’artista ma anche tutti noi, una visione che analizza il mondo come fenomeno creativo in continua rigenerazione organica.
Per l’artista non è importante rappresentare una particolare iconografia. Scoppa si libera da questa “convenzione”, la sua arte è il risultato di una sintesi artistica in grado di vincere la costrizione materiale delle forme per soffermarsi su un’esplorazione della vita percepita come continuo mutamento.
Un mutamento inesauribile, richiamato dall’artista attraverso la ridondanza della linea: non solo il cerchio che dà forma ai suoi Worlds, ma anche la serpentinata, dinamica e sinuosa, l’onda, la spirale e la mezza luna. Attraverso un uso sapiente di questi elementi riesce a incarnare attraverso un groviglio di rotondità i motivi che danno forma alla vita, cogliendone l’essenza e facendosi essa stessa creatrice di vita attraverso il mezzo artistico. La sostanza della vita, che sta nel suo costante riprodursi, si espande in una dimensione cosmica, quella in cui tutto ciò che è vivente trova posto.
Uno dei lavori che compone un Worlds rappresenta infatti la fase primordiale dell’universo, il celebre Big Bang, ovvero il momento esatto in cui è avvenuta l’esplosione da cui è nato tutto, e che in un infinito concatenarsi nasce e muore, senza mai porre fine a questo ciclo vitale.
Ritroviamo in questa produzione di Federica Scoppa la rappresentazione dell’essenza della natura, il regno vegetale restituito da un tripudio di colori e forme dove si possono scorgere piante, fiori, arbusti; il mondo marino, reso grazie a un uso sapiente delle tonalità del blu per meglio rappresentare la variegata vita che popola il mare, dai girini ai pesci alle piccole meduse.
E ritroviamo senz’altro la ciclicità della vita umana, consegnata all’esistenza attraverso il ventre materno, con la sua rotondità, per poi tornare a fondersi con la terra. Terra, tonda anch’essa, o mondo, world, parte di quell’universo che ha preso inizio con il Big Bang, oggi sempre più fragile e a rischio proprio per mano degli umani che la abitano.