“Nasce inWomen.Gallery, una galleria online sostenibile e di sole artiste donne”
Una nuova galleria d’arte online, che vede protagoniste artiste donne, che ha tra gli obiettivi anche quello dell’utilità sociale, che intende uscire fuori dagli schemi capitalistici del mercato artistico contemporaneo e che, di conseguenza, si rivolge a un pubblico vasto con opere dai prezzi accessibili: sono queste le basi su cui nasce inWomen.Gallery, il progetto lanciato dalla trentaduenne Francesca Della Ventura, storica dell’arte contemporanea di esperienza internazionale (ha lavorato in Italia, in Spagna e in Germania: al momento risiede a Düsseldorf).
inWomen.Gallery si propone come una galleria online sostenibile, con opere accessibili a un pubblico di acquirenti ampio (le opere infatti non avranno quotazioni superiori ai settemila euro), e una percentuale della vendita che galleria e artiste rappresentate (che saranno, come detto, esclusivamente donne) si impegnano a devolvere a un’associazione che si occupa di difesa delle donne vittime di violenza: il tutto pensato per un pubblico che non segue il mercato e vuole dunque acquistare opere d’arte senza farsi condizionare dai dettami delle tendenze, ma semplicemente perché ama l’arte. Alla base della scelta di creare una galleria online ci sono non soltanto le esigenze del momento storico che viviamo, ma anche riflessioni sulla consapevolezza che il mercato sta evolvendo e si sta in parte spostando sul digitale: questo, secondo la galleria, significa anche affrontare le sfide che derivano da queste nuove dinamiche, come la conquista della fiducia di un pubblico che non può vedere, almeno in un primo momento, l’opera dal vivo.
“inWomen.Gallery”, afferma Francesca Della Ventura, “nasce dall’esigenza di applicare al sistema dell’arte contemporanea due concetti (fino a oggi difficilmente presenti mondo delle gallerie d’arte) che per me sono fondamentali: la sostenibilità e l’uguaglianza di genere. Il mercato dell’arte contemporanea è molto spesso difficile da comprendere nelle sue dinamiche capitalistiche: è un mercato che privilegia sicuramente l’uomo (bianco), in cui le donne molto spesso fanno fatica a emergere. Certo la situazione sta cambiando, ma non ancora in maniera decisa. Ecco, inWomen.Gallery non vuole essere una galleria che discrimina, ma che valorizza. Sono dell’opinione (come diceva una delle più importanti critiche d’arte del secondo dopoguerra, Lea Vergine) che l’arte deve essere androgina, non privilegiare alcuna appartenenza di genere. Il mercato però racconta un’altra storia. Per arrivare a questo abbattimento delle differenze di genere è necessario, prima, dare spazio (e uguagliare) il genere che ha subito più discriminazioni nel corso della storia dell’arte (o della storia in generale) che è quello femminile. Per me questo è un passaggio importante”. Sul tema della sostenibilità, afferma Della Ventura, “le strade sono diverse, dal supporto agli artisti meno rappresentati, alla concezione di una collezione d’arte stabile nel tempo e a disposizione della collettività, al dare sostegno a progetti che migliorano il nostro presente e il nostro futuro, fino al semplice uso di cornici di legno per avere un impatto ambientale ridotto”.
Ma come vengono considerate le donne nel mondo dell’arte? “Le donne, non solo nell’arte (parlo dell’arte perché è il campo che conosco meglio e quello in cui lavoro)”, afferma Francesca Della Ventura, “partono sicuramente da una situazione di svantaggio. A nessun uomo verrà chiesto a un colloquio di lavoro se hanno intenzione di avere figli, nessun uomo deve nascondere una gravidanza, nessun uomo viene giudicato per il suo aspetto fisico. La società considera quasi gli artisti dei nullafacenti, peggio ancora se sono donne. Storicamente parlando le donne che si sono dedicate alle attività artistiche sono sempre state considerate delle outsider. Pensiamoci: quanti nomi di artiste donne conosciamo? Al massimo se ne ricordiamo qualcuno è perché sono state descritte nei libri di testo come mogli di, amanti di, muse di. A nessuna di queste è stata riconosciuta la dignità della professione che svolgeva. A mio parere è necessario passare attraverso una riconsiderazione storica del ruolo della donna all’interno dell’arte. Insomma, ci sarebbe bisogno di riscrivere la storia dell’arte con più nomi femminili. Magari un giorno i testi su cui abbiamo studiato a scuola e all’università saranno altri e si darà ampio spazio anche alle donne che hanno investito la loro vita nell’arte”.
Si tratta sicuramente di un progetto ambizioso, anche perché non ci sarà soltanto la dimensione della vendita: inWomen.Gallery vuole essere anche uno spazio culturale virtuale dove si organizzeranno mostre personali e collettive, si condivideranno saggi, articoli ed eventi, si dedicherà grande attenzione alla produzione contemporanea femminile. Al momento, la galleria rappresenta quattro artiste (Giorgia Gigì, Carla Mura, Federica Scoppa e Francesca Maria D’Antonio) e diverse opere si possono già vedere sul sito della galleria, https://inwomen.gallery. Insomma, un progetto originale, che si dichiara aperto a tutte le figure femminili che popolano il sistema dell’arte contemporanea (curatrici, critiche, consulenti, mercanti, galleriste, studiose, ricercatrici) e che promette di essere un’esperienza di sicuro interesse.
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